Mercier ha una barba d’un nero rossiccio, profumatissima, ed ogni volta che muoveva la testa mi faceva respirare uno sbuffo di profumo. Poi, d’un tratto, mi svegliai da un sonno di sei anni.
La statuetta mi parve sgradevole e stupida e sentii che mi annoiavo profondamente. Non arrivavo a capire perchè mi trovavo in Indocina. Che cosa facevo lì? Perchè parlavo con quella gente? La mia passione era morta. Mi aveva sommerso e trascinato per anni; ora mi sentivo vuoto. Ma c’era di peggio, dinanzi a me, posata con una specie d’indolenza, v’era un’idea voluminosa e scialba. Non so bene che cosa era, ma non potevo guardarla, tanto mi accorava. Tutto ciò si confondeva per me col profumo della barba di Mercier.
Mi sentii traboccante di collera verso di lui, e risposi seccamente: – Vi ringrazio, ma credo d’aver viaggiato abbastanza; adesso bisogna che rientri in Francia.
Due giorni dopo prendevo il piroscafo per Marsiglia. Se non sbaglio, se tutti questi segni che s’affollano sono precursori d’un nuovo capovolgimento della mia vita, ebbene, ho paura. Non già che la mia vita sia ricca, o greve, o preziosa. Ma ho paura di quello che sta per nascere, che sta per impadronirsi di me… e trascinarmi, dove? Dovrò ancora andarmene e lasciare tutto in asso, le mie ricerche, il mio libro? Che debba risvegliarmi, tra qualche mese, tra qualche anno, stremato, deluso, in mezzo a nuove rovine? Vorrei vederci chiaro, in me, prima che sia troppo tardi.
dove?
18 aprile 2011 di guglielmodicrollalanza
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