Convegno tenutosi il 17 giugno 2010 a Roma presso la Rappresentanza Italiana della Commissione Europea.
Dopo i saluti del Direttore Lucio Battistotti, ha preso la parola il prof. Arrivo Levi, già consigliere del Presidente Ciampi, che ha introdotto il dibattito attingendo dalla sua formidabile vita e dalle sue innumerevoli e brillanti esperienze.
Si è parlato della crisi, e di come essa non sia un momento necessariamente negativo se alla base vengono effettuate scelte importante per il futuro. Riferimento fondamentale per Levi è Winston Spencer Churchill, unico vero vincitore della Seconda Guerra Mondiale, insieme a Stalin, che aveva capito nitidamente la necessità di una dimensione europea (“il Commonwealth capirà!”).
Riferimento alla storia italiana è stato la riconsiderazione delle crisi di governo e dell’instabilità che all’estero ci hanno affibbiato per decenni; Levi considera la cosidetta instabilità governativa come un abbaglio: i governi erano DC, con lenti mutamenti della compagine politico-partitica, ovvero senza scosse, e le persone al potere o meglio al comando, erano sempre le stesse (avrei molte obiezioni da muovere circa la positività di un tale contesto, ma non le esporro qui).
Il sen. Valerio Zanone, presidente del C.I.M.E. cita Jean Monnet : “l’Europa è fatta dalle crisi”, rincarando la dose dicendo: “cos’è l’Europa? Un patto per la pace!”…..
L’intervento del Min.Plen. Guido Lenzi si apre con un riferimento all’Italia del Ventennio che personalmente vedo perfettamente cucibile sulla nostra pelle : “l’Italia vera è quella sottostante a quella piena di teatralità del Ventennio” . Per Lenzi la diplomazia è l’arte della cospirazione per eccellenza, ove andare oltre le regole ricevute non è solo permesso, ma NECESSARIO! Il riferimento ovvio e più prossimo è naturalmente la costruzione europea…
Lenzi rincara la dose: “la diplomazia è l’arte dell’immaginare il futuro, non di prevederlo…rendere evidente ciò che ancora non lo è”.
Poche parole non buone,inoltre, per l’ONU : “E’ un’istituzione che non funziona, ed è una evidenza”.
Anche il Min. Plen. ha un apparente messaggio di speranza per la barca europea, sciorinando alcuni dati : la crisi di Suez del ’56, quella di Praga del ’68, il crollo del Muro nel 1989 e l’allargamento europeo nel 2004. Le crisi fanno l’Europa…
Più consono al contesto, è l’intervento dello già Ambasciatore a Berlino, Silvio Fagiolo: “L’Europa è un processo reversibile; il momento è davvero difficile, cui fa subito eco opposto l’Amb. Rocco Cangelosi: “L’Europa è irreversibile, l’Euro si…”
L’idea che mi sono fatto è complessa.
L’Europa non è in buona salute.
Le crisi hanno fatto l’Europa, vero.
Ma emerge con forza il gap culturale tra i governanti di oggi e quelli di ieri ed avantieri. Non c’è stata un educazione civica europea nei politici, nei cittadini, nelle istituzioni nazionali, nella stessa Bruxelles. Il tornaconto nazionale è la strada. La Grecia è stata salvata (???) non per l’Europa, ma per meglio gestire le varie crisi nazionali. Intendiamoci l’Europa è stata fatta per questo.
Ma è l’approccio e lo spirito, le reali motivazioni che minano un’idea così fragile come quella europea..
Mi sembra di vedere un chiodo che non è stato fissato bene nel muro, che bastava qualche martellata in più, ed ora il quadro sta per cadere.