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Archive for dicembre 2017

della magnificenza

La strada è illuminata dal solito sole fuoco
il cielo rosa, le ombre dure dure dure
come certi schiaffi.
Contemplo.
Respiro piano, tutto è rallentato, tutto è ovattato
tutto è addosso, ma non provo fastidio.
Le puttane ai lati delle carreggiate sono stanche, sfatte,
con la vita che anche oggi non ha risparmiato nulla.
Un uomo guida il trattore pieno di fango.
Olive nere, piccole per il lungo caldo dei mesi scorsi,
cadono innocenti, saltellano impazzite tra buche,
un gatto maciullato, cicche di sigarette.
Alcune si ficcano nei muretti a secco,
altre spariscono nel terreno spaccato,
molte spappolate da ruote di macchine e camion.
L’aria è paurosamente secca, incombe dall’alto,
purificata da venti che non ci toccano,
lontani, da luoghi ignoti provengono, e verso altri vanno…
D’altronde, quando ti immergi in un fiume non è mai lo stesso no?
Così il vento.
Cosa toccherà mai il vento?
Quante facce, mani, quanti odori porterà, quali puzze caccerà?
Sono sotto tutto questo,
ignoro l’origine di questi pensieri,
saranno quel vento che ognuno, cazzo, deve avere dentro,
che smuove, che ci fa alzare, che ci fa fare cose,
lontane ed arcane, sconosciute, che non hanno un inizio,
che non avranno fine.
Vedo i due campanili, uno difronte l’altro.
Il sole, assurdo, lo vedo passare tra entrambi.
Ora tutto è fuoco.
Tutto è nero.
Oh quanto vorrei poter dipingere questi momenti,
quanto vorrei farti sentire quello che sento.
Odori, mestizia, peso, eco, magnificenza.
Si. Magnificenza.
E’ magnificenza quella che vedo.
Sta finendo il mio tempo di chiedermi il perché delle cose.
Sta finendo il mio tempo di infangarmi, da solo, di sgusciare in posti
umidi e vuoti, senza uscita.
E’ magnificenza quella che vedo.
Che sia una oliva che rotola,
od una puttana stanca,
o solo un trattore che torna nel paese.
Il vento me lo ha detto.
E lì miro io.
A quel posto da dove arriva il vento.

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